Cosa Rende Unico il Vetro di Venezia? I Migliori Prodotti dei Grandi Artigiani Italiani

Il vetro di Venezia e di Murano è famoso in tutto il mondo grazie alla lavorazione artigianale di alto pregio, dalla tradizione antica e secolare. L’arte del vetro veneziano come la conosciamo oggi si sviluppa tra il 1400 e il 1800, con radici ancora più antiche che rinviano alla lavorazione del vetro d’epoca romana e bizantina.
A Murano, isola a due passi da Venezia, centro abitato tra i più grandi della laguna, basta affacciarsi in una della tante botteghe dei maestri vetrai per fare un tuffo nel passato, ed entrare così in un’atmosfera affascinante, tipica del terriotiro italiano; ammirando le lavorazione artigianali del vetro soffiato e i prodotti finiti, la cui realizzare può richiedere pochi minuti o diverse ore, si entra a contatto con un mondo in cui non si parla solo di lavoro, ma di passione e storia unite assieme dal legame inossidabile del tempo.

Cenni storici sul vetro veneziano

Le origini dell’arte vetraria a Venezia si perdono nella notte dei tempi. Scavi archeologia hanno riportato alla luce frammenti indicanti la presenza di tale attività già nel VII secolo a.C., sia nell’isola di Torcello che nell’isola di Murano. Fu però nel XII secolo che l’arte del vetro di murano si presentò come attività manifatturiera organizzata. In quel periodo l’attività andò concentrandosi nell’isola di Murano, fino a quando la Repubblica decretò il trasferimento nell’isola di tutte le fornaci ancora funzionanti in centro storico, per motivi di sicurezza legati soprattutto al rischio di incendio. Si può presumere che, in seguito, le tecniche si siano affinate a Venezia più che altrove in Europa grazie ai contatti commerciali che i Veneziani avevano con il vicino Oriente e, soprattutto con i paesi di antica tradizione vetraria quali i fenici, i siriani e gli egiziani. Tale tradizione costituì un’occasione per ricomporre conoscenze e tecniche occidentali ed orientali, così da conferire alla produzione lagunare quelle particolarità che l’hanno resa così importante nel mondo nel corso dei secoli.

La Lavorazione del vetro di Venezia

lampadario-vetro-di muranoIl vetro veneziano è sodico, come nell’antica tradizione mediterranea. Significa che alla silice, che è una sabbia destinata a diventare vetro mediante fusione, si aggiunge la soda per consentire la fusione a temperature minori. La potassa, alternativa alla soda, tipica dei paesi nordici, genera un vetro brillante idoneo alla molatura e all’incisione (come il vetro piombico inglese), ma non alle complesse lavorazioni a caldo, tipicamente veneziane.
La miscelazione delle materie prime avviene la sera, alla fine dell’orario di lavoro, e la preparazione del materiale dura tutta la notte: alle due materie prime fondamentali si aggiungono lo stabilizzante (come il carbonato di calcio), i decoloranti o i coloranti, ed eventualmente gli opacizzanti. Il forno a riverbero fonde le materie prime alla temperatura di circa 1.400° e i vetrai alla mattina trovano il materiale fuso, pronto per la modellazione. La pasta di vetro rimane malleabile fino alla temperatura di 500°. L’opera può essere, poi, rifinita a freddo da esperti molatori che procedono alla levigatura o ad altre rifiniture; l’incisione figurativa è eseguita in laboratori indipendenti, dove operano decoratori altamente specializzati. Se la decorazione prevista è lo smalto, l’oggetto passa in un laboratorio specifico nel quale vengono eseguite la pittura e la ricottura dello smalto.

Le Tecniche di lavorazione del vetro di Murano e di Venezia

  • Decorazione a smalto: si tratta di una pittura ornamentale eseguita con un materiale formato con gli stessi componenti della parete vitrea su cui viene applicata. Di discendenza islamica e bizantina, l’arte dello smalto si sviluppò a Murano nel XIII secolo.
  • Lampadari: dal Medioevo al primo Settecento il cesendello fu il più raffinato sistema di illuminazione nelle abitazioni e nelle chiese: era un contenitore allungato, generalmente pensile, riempito di acqua e di uno strato superiore di olio e dotato di uno stoppino. Una novità importante, risalente al XVIII secolo, è la nascita della ciocca, il lampadario di cristallo a bracci portacandele con elementi in vetro soffiato e decorato da fiori vitrei multicolori e da elementi pendenti: questo lampadario occupa ancora oggi un posto di rilievo nella produzione.
  • Perle vitree: le più semplici sono le conterie: perline arrotondate o a spigolo vivo, ottenute sezionando tubicini forati tirati in fornace per una lunghezza di decine di metri. La manualità si esalta nella cosiddetta lavorazione a lume: una canna vitrea non forata viene ammorbidita dal calore del fuoco che fuoriesce da un cannello, in seguito viene avvolta intorno a un tubicino metallico, in modo da conferire alla perla la forma desiderata e infine decorata con vetro policromo.
  • Vetro Soffiato: l’invenzione della soffiatura risale al I secolo a.C. sulle coste orientali del Mediterraneo, e rimane l’evento più importante dell’intera storia vetraria. Soprattutto a Venezia, la soffiatura costituì la tecnica privilegiata per lavori vetrari di alto livello. I maestri muranesi hanno sviluppato, a partire dal Medioevo, una straordinaria abilità nella modellazione a caldo, inventando nuove tecniche e giungendo a proporre forme di notevole eleganza e grande raffinatezza. Tra le tecniche, la più importante è la filigrana.
  • Murrina: tecnica antichissima, antecedente alla soffiatura, è stata recuperata nel XIX secolo dopo quasi duemila anni di inutilizzo. Consiste nella fusione al calore del forno di tessere monocrome o di sezioni di canna vitrea policroma secondo un disegno previsto, così da ottenere un tessuto vitreo coloratissimo.
  • Incisione: è applicata preferibilmente sul cristallo incolore o lievemente colorato con due modalità: graffito a punta di diamante e incisione a rotina.
  • Specchi: nei secoli passati le lastre vitree prodotte a Murano manualmente (ricavate aprendo un cilindro soffiato) venivano elaborate nelle botteghe veneziane degli specchieri. La tradizione si è conservata, ed esperti artigiani dello specchio applicano le più raffinate tecniche decorative per eguagliare la qualità dei manufatti antichi.
  • Scultura: le difficoltà tecniche legate alla modellazione di pesanti masse di vetro incandescente sono state affrontate a partire dagli anni Trenta del secolo passato. Oggi, la corrente artistica scultorea cui appartengono alcuni dei più apprezzati maestri di Murano occupa una posizione fondamentale nell’ambito della produzione muranese.
  • Cristalleria: fin dal Medioevo il servizio da tavola è un tipico prodotto delle vetrerie di Murano. Attualmente i più noti designer collaborano con le vetrerie per la realizzazione dei modelli contemporanei.
  • Lavoro a lume: si esegue utilizzando come semilavorato una canna vitrea colorata ammorbidita con il fuoco da un cannello. Permette di realizzare oggetti in qualsiasi forma si desideri.
Clicca qui per scoprire i lampadari o le sculture in vetro di veneziano:
Altri Articoli che Potrebbero Interessarti
Email Newsletter
Iscriviti gratuitamente alla nostra Newsletter