Il Mangano e il Tessile - Strumento Antico e Unico al Mondo Ideato da L. Da Vinci

Il Mangano della Bottega Marchi: strumento unico al mondo ideato da Leonardo Da Vinci

Mangano significa macchina che produce forza, come indica l’etimologia della parola. È stato costruito nel 1633 come pressa primitiva utilizzata per lisciare, stirare e dare il lustro alla tela, rendendola compatta. Sin dall’antichità simili macchinari furono applicati in molti campi: grazie a Filone da Bisanzio - nel III sec. a.C. - questa macchina fu conosciuta dai romani e applicata nel campo della meccanica; nel medioevo fu un marchingegno da guerra di cui Leonardo Da Vinci lascia notevoli tracce nelle sue tavole di progettazione. Se ne trovano tracce nei quadri di Bruegel e il suo utilizzo segue nel 1800 come leva per estrarre il carbone nelle miniere inglesi. Fu impiegato anche come congegno per muovere l’acqua nei mulini.

Come funziona il Mangano?

Il suo funzionamento si deve all’equilibrio tra la ruota e il masso presente al suo lato. La ruota funge da leva e fa muovere il masso che ha l’importante compito di stirare e compattare la tela. Entrambe pesano 55 quintali e, grazie a questo rapporto perfetto, il mangano si muove quando l'uomo entrando dentro la ruota con il proprio peso rompe l'equilibrio. La tela è avvolta attorno a rulli di legno chiamati subbi. I rulli vengono posizionati al di sotto del masso e seguono il movimento della pietra, avanti e indietro, permettendo così la stiratura. È il solo peso dell’uomo a far muovere la ruota, facilitando così questa operazione chiamata follatura. Ancora oggi prima di stampare la tela e dopo averla stampata si procede a questo giro di ruota per impreziosire i tessuti e ottenere un risultato eccellente.

Il Mangano nel periodo romano

I Romani più che nell’arte (quasi tutta mutuata da quella greca), eccelsero nell’ingegneria civile (sfruttamento delle miniere, costruzione di ponti, strade, acquedotti, imponenti palazzi, circhi, teatri ecc..).
Fin dal primo secolo A.C. la presenza massiccia di schiavi nell’impero era il fondamento della fortuna economica delle famiglie patrizie. Anche le macchine erano progettate per lo sfruttamento di questa ricchezza. Si prenda ad esempio l’ARGANO, macchina semplice, formata da una ruota e da un cilindro coassiale. Girando la ruota, la fune che si avvolge sul cilindro trascina o solleva il peso. Peso tanto più elevato quanto più grande era la ruota, e maggiore il numero di schiavi che vi lavorava.
Esempio eclatante è l’enorme argano rappresentato nel rilievo raffigurante un gruppo di schiavi sulla ruota. (Museo Gregoriano profano. Roma)
La stessa macchina è divenuta il MANGANO mediante il quale e con l’ausilio di pesi e cilindri, fino al secolo scorso, si soppressavano tele o drappi per dar loro il lustro o l’onda o marezzo.

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